Esercitazione nazionale di protezione civile a Tambre nel bellunese

Cinquantasette volontari e varie organizzazioni provinciali presenti

Crolli di case e ponti, strade e comunicazioni interrotte, danni alle reti energetiche e agli acquedotti, scuole evacuate, persone intrappolate sotto le macerie, allevamenti distrutti: uno scenario davvero apocalittico quello che si è presentato sabato scorso ai soccorritori e volontari della Provincia di Venezia che hanno partecipato all’esercitazione Nord Est 2013, voluta dal Dipartimento nazionale della Protezione civile.   57 i volontari presenti della Provincia veneziana, con una età media di 54 anni. Il più giovane era un trentenne e il più anziano di 74 anni, 15 le organizzazioni di Protezione Civile presenti (suddivise tra gruppi comunali e associazioni) oltre all’ANC (Associazione Nazionale Carabinieri), la Croce Rossa e l’Alta (Associazione Lagunari Truppe Anfibie).   La simulazione dell’emergenza verosimile ha previsto la messa in moto intorno alle 7.30 del mattino di una complessa organizzazione dei soccorsi, a seguito di una violenta scossa di terremoto (5.8 della scala Richter), con epicentro a Tambre, nel bellunese. La scossa ha fatto scattare l’emergenza in tutta l’area, e avviato la macchina dei soccorsi del Veneto, alla quale ha partecipato anche il servizio di protezione civile della Provincia di Venezia. Primo ostacolo al loro coordinamento è stata la mancanza della rete telefonica mobile e fissa, messa fuori uso dal sisma.  Dopo le prime comunicazioni radio con il Corem della Regione,  è partita da Mestre la colonna mobile di protezione civile della Provincia di Venezia per portare soccorso proprio nel luogo dell’epicentro a Tambre, seguendo il percorso indicato dalla sala operativa che ha previsto l’uscita autostradale di Vittorio Veneto sud, in quanto i viadotti autostradali erano interrotti.   La colonna è stata accompagnata dal dirigente del servizio provinciale Protezione Civile Massimo Gattolin dall’assessore provinciale alla Protezione Civile Giuseppe Canali, e ha visto riuniti ben 23 mezzi provenienti dalla Provincia, con una prima tappa a Mestre per trasportare i volontari e i materiali necessari al campo da allestire, come la cucina da campo, le tende, i generatori, la torre faro, il bagno mobile e l’ambulanza, scortati sia dai mezzi dell’Anc, sia da una rappresentanza dell’ordine degli ingegneri di Venezia.    Raggiunta Tambre, è stata individuata l’area prevista dal piano comunale di protezione civile per realizzare il campo di accoglienza degli abitanti: questo il compito affidato alla professionalità dei volontari di protezione civile.   Queste le fasi dell’operazione: è stato inizialmente disinfestato il campo da possibili zecche, con l’aiuto dei volontari del Gruppo Comunale Terraferma di Venezia specializzati in tale attività, poi sono state tracciate le aree per piantare le tende e predisporre i servizi necessari all’allestimento di una tendopoli per gli ospiti e per i volontari.   Nel frattempo con i volontari delle associazioni di Campagna Lupia, Marcon, Meolo e Santa Maria di Sala, dei gruppi comunali di Camponogara, Cavarzere, Chioggia, Cona, Ceggia, Fiesso d’Artico, Fossalta di Piave, San Donà di Piave, Mira, Mirano, Venezia terraferma sono state messe in funzione la cucina da campo, il modulo servizi igienici, il generatore, la torre faro nonché la tenda segreteria. I volontari della Croce Rossa Italiana, presenti hanno prestato assistenza sanitaria ai volontari e alla popolazione grazie al pma (posto medico avanzato) allestito.   Nel frattempo i volontari dell’Alta,  sono stati inviati con una barca al Lago di Santa Croce per raggiungere alcune abitazioni isolate da frane. Idonea assistenza tecnica allo scenario sismico lungo il tragitto, per la valutazione strutturale delle infrastrutture viarie e per la verifica del luogo previsto ad ospitare il campo, per l’impiantistica elettrica ed idraulica del campo e persino per la tutela dei beni architettonici è stata invece assicurata dagli Ingegneri dell’Ordine di Venezia presenti nella colonna mobile, a seguito del protocollo di intesa tra Provincia di Venezia e Ordine.    Inoltre personale del Servizio Protezione Civile Provinciale è stato invece impiegato nei  Comuni di Puos d’Alpago e di Farra d’Alpago al fine di dare supporto ai Sindaci nelle sale operative dei COC, così come i volontari formati nel corso salute e sicurezza, e i loro capisquadra sono stati utilizzati come osservatori dei vari scenari nei luoghi colpiti dal sisma.   L’assessore Giuseppe Canali: «L’esercitazione nazionale ha permesso di mettere in campo la colonna mobile provinciale che in questi ultimi anni si è arricchita di materiali necessari a garantire la realizzazione di un campo di accoglienza per i soccorritori.  Gli interventi  a Tambre hanno messo in evidenza alcuni aspetti da migliorare, per esempio l’organizzazione delle comunicazioni lungo la colonna mobile e la direzione lavori al momento dell’arrivo, e che saranno esaminati nei prossimi giorni, ma ha anche permesso di far emergere la capacità ed efficienza dei volontari della provincia di Venezia che hanno saputo adeguarsi ai vari scenari e realizzare in poco tempo il campo. A tutti loro va il nostro ringraziamento per la disponibilità e l’impegno profusi».

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