Allerta pioggia: la Provincia coordina 200 volontari di Protezione civile

Zaccariotto: «Rimettere mano al sistema consortile, serve un piano per la sicurezza del territorio»
La Protezione civile coordinata dalla Provincia di Venezia, attiva sul territorio per monitorare le criticità e intervenire preventivamente dove i fiumi e i canali sono maggiormente a rischio di tracimazione e straripamento. Questa mattina la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto e l’assessore provinciale alla protezione civile Giuseppe Canali hanno monitorato direttamente sui luoghi le zone maggiormente a rischio del territorio veneziano, in particolare le aree percorse dai fiumi Fosson, Malgher e Loncon a Meolo e Fossalta, la Livenza a San Stino, il Piveran a San Donà di Piave, il Lemene a Portogruaro e il Piavon a Ceggia, che sono ai limiti.   Sono attivi sul territorio 200 volontari della protezione civile che hanno già distribuito 8 mila sacchi di sabbia. A San Stino è stata inoltre trasportata una pompa idrovora nell’eventualità di liberare le zone a rischio dall’acqua. Volontari in allerta anche a Meolo e nel Miranese, e alcune difficoltà stanno emergendo anche a Mestre. Da venerdì scorso sono attivi anche gli agenti della polizia provinciale con 4 pattuglie costantemente in servizio. Gli agenti coordinati dal comando hanno effettuato servizi sulle strade provinciali, soprattutto dove è maggiore il rischio straripamento, e hanno effettuato monitoraggi del territorio anche nelle ore notturne, dalle 24 alle 6 del mattino.   La presidente Zaccariotto: «Ogni anno ci ritroviamo a registrare una situazione sempre più critica, a misurare i centimetri e a intervenire sull’emergenza anche grazie ai nostri volontari di protezione civile. Ma non è così che si risolve un problema che è ormai cronico. Mi chiedo cosa è stato fatto dallo scorso anno, quale piano e quali opere sono state avviate. Non è cercando le responsabilità o guardando solo ai costi che si rimette in sicurezza il territorio; vanno pianificati gli interventi prioritari e poi assieme si divideranno i compiti, nei rispettivi ruoli, e si vedrà la partecipazione ai costi. Finora ci si è concentrati sui fiumi più importanti ma sono i corsi d’acqua minori e i canali a presentare una situazione estremamente critica, soprattutto perché nel nostro territorio confluiscono corsi d’acqua dalle regioni vicine del Friuli e del Trentino. E’ tutto il sistema consortile che va ripensato e rilanciato».   L’assessore Canali: «Bisogna finanziare di più i Consorzi di bonifica, in particolare quello del Veneto orientale per ricalibrare argini, potenziare le idrovore, e garantire la pulizia dei corsi d’acque: tutte operazioni necessarie a tutela del territorio. Ringrazio di cuore i volontari che anche nei giorni di lavoro si stanno prodigando per risolvere i problemi legati all’emergenza maltempo. Abbiamo anche sette squadre della nostra protezione civile impegnate nel bellunese, e mi sembra doveroso ringraziare anche loro per l’impegno e la professionalità messe in atto». 
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